L’autismo, considerato come un disturbo dello sviluppo neurobiologico che impedisce a chi ne è affetto di interagire in maniera adeguata con le persone e con l’ambiente, è solito manifestarsi entro il terzo anno di età e difficilmente va a condizionare l’aspetto fisico della persona, mentre va a coinvolgere diverse funzioni cerebrali.

Le aree di interesse di un bambino autistico solitamente sono:

– comunicazione;

– interazione sociale;

– immaginazione;

che possono essere causate da molteplici geni e fattori ambientali, come virus o sostanze chimiche.

La caratteristica più evidente è sicuramente l’isolamento: i bambini autistici spesso non rispondono al loro nome, evitano lo sguardo e appaiono inconsapevoli dei sentimenti altrui e della realtà che li circonda; hanno difficoltà a stare con altri bambini, faticano ad essere concentrati per un lungo periodo e quindi hanno difficoltà di apprendimento.

Attualmente non esiste una cura per guarire l’autismo: però grazie a terapie o interventi scelti in base ai sintomi individuali, si cerca di rendere compatibile l’autismo con le sfide quotidiane della vita, facendo raggiungere ai bambini autistici il massimo livello di abilità possibile, per far vivere meglio loro e chi vive al loro fianco”,

L’incidenza dell’Autismo

L’incidenza varia da 5 a 50 persone su 10.000, a seconda dei criteri diagnostici impiegati, che si sono sviluppati e migliorati nel corso del tempo. Colpisce prevalentemente i soggetti maschili con un tasso dalle due alle quattro volte (e a volte anche sei/otto volte) superiore rispetto al sesso femminile, si manifesta quasi sempre entro i primi 3 anni di vita. Studi condotti in popolazioni generali in varie parti del mondo, senza tenere conto di criteri di esclusione o diagnosi differenziali, possono rilevare affidabilmente prevalenze attorno all’1% in tutte le fasce d’età.

Tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
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Sguardi Emozionali

La difficoltà di capire e condividere i propri stati emotivi costituisce una caratteristica dei bambini con deficit dello spettro autistico; i cui studi hanno permesso di supporre che la comprensione del punto di vista degli altri provenga in parte dall’attivazione dei neuroni specchio.
In breve, quando osserviamo una persona provare una certa emozione si attivano, nel nostro cervello, gli stessi neuroni che entrano in gioco quando siamo noi a sentire quella stessa emozione; con ogni probabilità nei bambini con autismo questo meccanismo si inceppa e quindi non si genera questa emozione.